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venerdì 28 febbraio 2014

Karate: La bellezza del kata, dove antico e moderno si fondono di LEANDRO SPADARI


1/2 Marzo 2014 Al PalaPellicone di Ostia un nutrito weekend agonistico con le finali nazionali dei Campionati di forma della Fijlkam: in pista 200 atleti di tutta Italia.
Kankusho, jion, bassaidai, gankaku, unsu: potrebbero sembrare ancora oggi per il grande pubblico nomi astrusi, riferiti a chissà che cosa. Per i praticanti di karate, invece, rappresentano termini più che familiari, una normalità dell’allenamento. Sono alcuni dei nomi dei kata, termine giapponese che significa “forma” e costituisce una delle due formule agonistiche espressione del karate (l’altra è rappresentata dal kumite, combattimento). I kata sono sequenze codificate di tecniche di difesa, di attacco, di spostamento eseguite “a vuoto”, nel confronto con avversari immaginari e rappresentano – per dirla con espressioni aggiornate – una struttura sistemica, più o meno complessa, di gestualità comunicativa densa di significati, che fonda la propria armonia intrinseca ed espressiva sulle scansioni spazio-temporali dei ritmi esecutivi in funzione di prestabilite finalità combattive. La pratica dei kata è fondata quindi sull’effettuazione di strutture motorie preordinate, sulla base di stereotipi dinamici opportunamente assemblati. Le loro origini sono antiche: tramandati da maestro ad allievo, ognuno di essi esprime con il suo nome una storia od un episodio di combattimenti reali o leggendari, una finalizzazione che ne caratterizza l’essenza, una descrizione del mondo naturale, e così via…gankaku ad esempio significa gan “roccia” e kaku “gru”: la gestualità è ispirata al comportamento di una gru che in cima ad una roccia si difende dai nemici, rimanendo in equilibrio su di una zampa sola: ed alcuni passaggi significativi del kata si svolgono con la postura così bilanciata. Un grande maestro giapponese del passato ha liricamente scritto che il gesto del kata deve essere “bello, come la seta pura, come la nebbia che rimane a riva ed il rosso che si scorge lontano in un bosco”…I kata possono avere passaggi ora veloci, ora lenti; tecniche ora ampie, ora ridotte all’essenziale; ora potenti, ora fluide; ora semplici, ora abbinate o concatenate, sia di braccio che di gamba; non mancano elementi  acrobatici. L’indice di difficoltà dell’esecuzione varia a seconda dei kata, ma i parametri per il giudizio da parte degli arbitri nel momento agonistico – che vede contrapposti ogni volta due atleti, uno con cintura rossa, l’altro con cintura blu – sono riferibili ad una corretta tecnica, potenza, contrazione e decontrazione muscolare, ritmo, espressività (nelle competizioni a squadre un particolare rilievo assume anche la sincronia).Sabato e domenica (con inizio alle ore. 11:00), con la sperimentata organizzazione del Comitato Regionale Lazio presieduto da Giuseppe Della Lama, il PalaPellicone di Ostia – così ribattezzato in onore del presidente federale deceduto a fine anno – ospita lo svolgimento delle finali nazionali del Campionato italiano juniores ed assoluto di kata, maschile e femminile, che vedranno impegnati nelle due giornate di gara circa 200 atleti di tutte le regioni. Il kata gode di un’ottima scuola in Italia, con risultati agonistici internazionali di assoluta preminenza. Al 41° Campionato europeo cadetti/juniores/under 21 svoltosi a Lisbona dal 7 al 9 febbraio u.s. l’Italia si è prestigiosamente classificata al primo posto nel medagliere ed al grande successo azzurro hanno contribuito in maniera determinante, proprio nel kata, l’oro a squadre maschile (Samuel Stea, Gianluca Gallo, Federico Ciafrei) e femminile (Terryana D’Onofrio, Silvia Sassano, Francesca Reale) e, a livello individuale, l’oro di Terryana D’Onofrio, l’argento di Samuel Stea, il bronzo di Lisa Pivi e Giuseppe Panagia. Atleti che saranno tra i tanti altri in gara ad Ostia. ” Sono grato al Consiglio di Settore – dice Roberto D’Alessandro, consigliere nazionale – ed in particolare al presidente Sergio Donati per avermi dato l’opportunità di rappresentare la federazione a questo evento, tra i più importanti di tutto il calendario agonistico nazionale del karate Fijlkam, che si presenta con i migliori auspici di successo, data anche la caratura degli atleti in gara. La nuova dirigenza federale si è posta l’obiettivo di favorire concretamente la miglior sinergia tra le componenti organizzative, tecniche, arbitrali, in un’ottica di ottimizzazione di tutte le risorse disponibili ed a tal fine non si tralascerà nessun dettaglio. Lo spettacolo, mi sento perciò di poter dire, è più che assicurato…”
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