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domenica 20 febbraio 2011

Arti Marziali a Napoli

Articolo su Arti Marziali e citazione per karate dare massima diffusioneàGrazie

http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/sfoglia.php?pbk=1&Date=20110219&Edition=NAZIONALE&Section=NAZIONALE&Number=47&vis=G19/02/2011

Gianluca Agata - Si chiamano arti marziali e non è un caso che a Napoli siano di casa. Occhi aperti, inventiva, sfrontatezza, qualità innate per i giovani partenopei. Se si aggiunge poi la voglia di sacrificarsi ecco che otteniamo l'identikit di Pino Maddaloni, oro a Sydney 2000 nel judo; Mauro Sarmiento, argento nel taekwondo a Pechino 2008; Claudio Pollio, oro nella lotta a Mosca 1980. Ed è un vero peccato che nel novero delle discipline olimpiche non ci sia anche il karate perché altrimenti il medagliere partenopeo sarebbe davvero molto più consistente. Judo su tutti. Marco Maddaloni, Mimmo Di Guida, Antonio Chianese, Enrico Parlati, Assunta Galeone, Antonio Ciano, Elio Verde, Francesco Faraldo: ovvero atleti tutti napoletani o formatisi nelle palestre partenopee. Maddaloni ormai è come la Coca Cola. Nel judo un brand. Marco sta recuperando da un infortunio al crociato. Chianese è affiancato da United Colours of futsal, il progetto sostenuto da Unicredit Foundation che vuole aiutare a realizzare il sogno olimpico di un campione napoletano. Di Guida è il diciottenne erede di Ciccio Bianchessi. Grizzly dal cuore d'oro che ha in Giovanni e Pino Maddaloni i suoi mentori. Enrico Parlati è il rampollo di una dinastia importante nel mondo del judo: diciotto anni e già una sfilza di medaglie internazionali. E ancora Assunta Galeone il cui cuore ne sta facendo diventare la donna di riferimento della nazionale italiana. Tatami e sociale. Nel judo il binomio è di casa, come naturalmente alla «Star» di Scampia che ha addirittura riunito i professori Gallipoli D'Errico, Dionisi, Salvatore, Leoncito, per fare della palestra un ambulatorio gratuito di gastroenterologia, chirurgia vascolare, prevenzione oncologica e in futuro anche ortopedico per un’iniziativa di Luciano Curci. Il taekwondo napoletano abita a Casoria. Mimmo D'Alise, bronzo a Barcellona '92 quando la disciplina era dimostrativa, insegna il «REO»: rispetto, educazione e ordine. Napoli punta su Francesco Villani, Emanuele Riemma, diciassettenni tra i migliori junior nazionali, Pasquale Guerra, oro agli internazionali di Svezia, Annamaria Iavarone, una giovanissima scheggia. Sono loro gli attesi protagonisti alle spalle delle gemelle Tortorella e dei fratelli Redina, ormai già stabilmente nella nazionale maggiore. Sulla materassina della lotta, Alessandro Cangiano e Antonio Vitale fanno parlare di loro per i titoli vinti a livello junior. Patrizia Liuzzi è figlia d'arte; mentre Assunta Persico non ha potuto partecipare alle Olimpiadi giovanili soltanto per un infortunio al dito. Peccato, infine, che il karate non sia una disciplina olimpica. Perchè un titolo regionale campano ne vale uno italiano. Lo dimostrano gli ultimi europei junior di Novisad dove i successi partenopei hanno permesso all'Italia di piazzarsi prima nel medagliere finale. Negli Under 21 Marco Vitagliano e Giuseppe Strano, oro e argento in Serbia, rappresentano il gotha del karate giovanile assieme a Lorenzo Ernano. Poi Sarnataro, Maresca e Crescenzo. Il meglio di trecento giovani karateka, tutti fortissimi ma purtroppo fuori dal sogno a cinque cerchi. (5 - segue) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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