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venerdì 5 novembre 2010

Caro Amos sono un cittadino di Casoria

"Che tristi le immagini della spazzatura ma perché si è arrivati a questo punto?" Lettera ad Amos Oz di Giuseppe Gendolavigna

Amos Oz, ospite e finalista del Premio Napoli non riesce a capire le cause dell'emergenza “monnezza” che , dopo la tempesta mediatica voluta da Berlusconi, riassale Napoli.

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2010/11/05/news/che_tristi_le_immagini_della_spazzatura_ma_perch_si_arrivati_a_questo_punto_-8765421/

Bene caro Amos sono un cittadino di Casoria e lavoro a Napoli patria della microcriminalità diffusa. Sono come te un pacifista convinto e capisco il tuo sconcerto nel vedere irrisolta una questione che nei paesi occidentali e in buona parte dell’”Altra Italia” ha trovato soluzione nelle regole della buona convivenza. Regole che nel tuo paese non sono ancora accettate dai due popoli e che determinano una storia di guerre sanguinose. Anche noi a Napoli e in Campania siamo in guerra! Una guerra diversa, quotidiana con la delinquenza piccola e strisciante che va dal parcheggiatore abusivo al perito assicurativo che mette in scena i falsi incidenti automobilistici. Forse tu non sai che in città esiste la regola che per parcheggiare sul territorio pubblico devi pagare una doppia tassa : una prima al comune, per carità legittima, e poi all’omino che ti chiede un offerta a piacere perché lui è disoccupato. E in tema di doppie tasse i costi delle polizze auto a Napoli sono più del doppio perché esistono i furbastri della cupola del malaffare che sui falsi sinistri ci marciano … eccome. E allora le compagnie assicurative fuggono dalla città della delinquenza e della monnezza lasciando noi pendolari costretti ad usare l’auto per raggiungere il posto di lavoro senza assicurazione obbligatoria o in balia di costi non sopportabili da lavoratori dipendenti. La tolleranza della violazione delle regole, una norma non scritta è ormai parte del ns. dna ci fa’ gioire ed applaudire il Masaniello di turno, e salire sempre sul carro del vincitore … te la dico tutta napoli è la città più populista del mondo dove tutti i dibattiti tentati dagli stacanovisti intellettualoidi declinano in rissa mediatica stile mediaset e devo dire mio malgrado anche rai. Tu dici che il fenomeno Berlusconi è unico al mondo nel bene e nel male , io penso che la monnezza sia stata nascosta sotto il tappeto e che gli errori di Bassolino sono sotto gli occhi di tutti. Ma forse questa ulteriore batosta proprio non la meritiamo. Non la meritano gli imprenditori onesti che vivono di turismo. Non la meritano i cittadini che ogni mattina si alzano per andare a lavorare e che annusano nell’aria venti di guerra civile. Non la meritano in nostri figli che purtroppo stanno vivendo i modelli delinquenziali e qualunquisti di una società votata solo all’apparire. Il nostro Cardinale ha più volte gridato”non rubate la speranza dei ns. figli” un appello a cui mi unisco insieme a te che vivi con la speranza di una pace duratura nella tua cara terra. Dopo i tentativi del dopo tangentopoli degli anni ’90 in cui ad una logica dello status quo si sostituirono modelli di sviluppo culminati nella visione di un sud lungimirante e produttivo, si è registrato un arretramento del livello culturale specie nelle nostre terre dove il deviante è l’eroe da imitare e lo stato rappresenta il nemico. Se questo è l’humus di una società allora cresceranno i germogli dell’inciviltà e dell’intolleranza, del negare all’altro una libera e dignitosa esistenza e questi, come tu ben sai, sono i segni premonitori del conflitto che genera la guerra. Tutto il mondo della cultura è impegnato per scuotere le coscienze e dotare gli uomini e le donne di buona volontà di strumenti per leggere il passaggio epocale in cui siamo immersi. Il tuo ruolo mi pare fondamentale, ti prego di non mollare e di continuare a parlare di pace e tolleranza così che i cittadini onesti abbiano dei saldi punti di riferimento. Ti assicuro che oggi in Italia e a Napoli i punti di riferimento sono davvero scomparsi. Un saluto da GG

Casoria,05/11/2010 Giuseppe Gendolavigna

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